mercoledì 27 maggio 2015

(BLACK GRIMM) I due viandanti

Breve storiellina tratta da "I due viandanti" dei fratelli Grimm dove mi sono divertito a eliminare qualcosina e aggiungerne qualcun'altra senza stare troppo a pensare alla bellezza dei disegni e soprattutto...
 della scrittura.











Illusioni e delusioni familiari

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Non facciamo troppo affidamento sul giudizio dei nostri figli....

sabato 9 maggio 2015

L'uomo che piantava gli alberi (The Man Who Planted Trees)

Queste sono delle illustrazioni per "L'uomo che piantava gli alberi" di Jean Giono
(These are the illustrations for "The Man Who Planted Trees" by Jean Giono)




Una quarantina circa di anni fa, stavo facendo una lunga camminata, tra cime assolutamente sconosciute ai turisti, in quella antica regione delle Alpi che penetra in Provenza.

Mi fece bere dalla sua borraccia e, poco più tardi, mi portò nel suo ovile, in una ondulazione del pianoro. 

Gli uomini portano il carbone in città con i camion, poi tornano.


Il pastore che non fumava prese un sacco e rovesciò sul tavolo un mucchio di ghiande.Si mise a esaminarle l'una dopo l'altra con grande attenzione, separando le buone dalle guaste.




Andava a duecento metri da lì, più a monte. Arrivato dove desiderava, cominciò a piantare la sua asta di ferro in terra. Faceva così un buco nel quale depositava una ghianda, dopo di che turava di nuovo il buco.
Piantava querce.
Mi rispose con gran semplicità che, se Dio gli avesse prestato la vita, nel giro di trent'anni ne avrebbe piantate tante altre che quelle diecimila sarebbero state come una goccia nel mare.

L'anno seguente ci fu la guerra del '14, che mi impegnò per cinque anni. Un soldato di fanteria non poteva pensare agli alberi. A dir la verità, la cosa non mi era nemmeno rimasta impressa; l'avevo considerata come un passatempo, una collezione di francobolli, e dimenticata.

 Aveva continuato imperturbabilmente a piantare. Le querce del 1910 avevano adesso dieci anni ed erano più alte di me e di lui. Lo spettacolo era impressionante.

Ma, ridiscendendo al villaggio, vidi scorrere dell'acqua in ruscelli che, a memoria d'uomo, erano sempre stati secchi.Era la più straordinaria forma di reazione che abbia mai avuto modo di vedere.Quei ruscelli avevano già portato dell'acqua, in tempi molto antichi. Anche il vento disperdeva certi semi. 

E' facile immaginarsi tuttavia che, per una simile riuscita, sia stato necessario vincere le avversità; che, per assicurare la vittoria di tanta passione, sia stato necessario lottare contro lo sconforto.

Nel 1935 una vera e propria delegazione governativa venne a esaminare la foresta naturale. C'erano un pezzo grosso delle Acque e Foreste, un deputato, dei tecnici.



Fece nominare tre guardie forestali per quella protezionee le terrorizzò a tal punto che rimasero insensibili alle mazzette offerte dai boscaioli.

Avevo ripreso la strada del deserto ma adesso, nonostante la rovina in cui la guerra aveva lasciato il paese, c'era una corriera che faceva servizio tra la valle della Durance e la montagna.

Dove nel 1913 avevo visto solo rovine sorgono ora fattorie pulite, ben intonacate, che denotano una vita lieta e comoda.




Quando penso che un uomo solo, ridotto alle proprie semplici risorse fisiche e morali, è bastato a far uscire dal deserto quel paese di Canaan, trovo che, malgrado tutto, la condizione umana sia ammirevole. Ma, se metto in conto quanto c'è voluto in costanza nella grandezza d'animo e d'accanimento nella generosità per ottenere questo risultato, l'anima mi si riempie d'un enorme rispetto per quel vecchio contadino senza cultura che ha saputo portare a buon fine un'opera degna di Dio.